Siti internet, comunicazione, arte, design (Torino) Deside |Communication Provider|: gennaio 2006

30 gennaio 2006

Il tempo per creare...

Spesso, come grafico, ho il compito di partorire "esemplari" di creatività senza però avere il tempo necessario per ragionare...per pensare...per riflettere...per arrivare alla logicità che ci permette di riconoscere quanto una determinata idea creativa sia valida, efficace...insomma...riuscita.
Spesso, preso da vero e proprio affanno nel produrre quanto più velocemente possibile quello che mi viene richiesto, mi trovo di fronte a muri invalicabili...veri e propri blocchi di creatività...
Per fortuna con l'esperienza impari a diventare efficace ed efficiente...a tirar fuori la soluzione migliore nel minor tempo possibile.
A volte invece mi capita di avere tutto il tempo necessario ma di trovarmi di fronte agli stessi ostacoli.
E così, proprio ieri, leggendo un' intervista al famoso scrittore colombiano Gabriel Garcia Marquez, sono rimasto colpito dalla calma che ne costituisce la personalità. Per tutto il 2005 non ha scritto una sola riga, non ha nè un'idea nè un progetto e non sembra preoccuparsene...anzi, vorrebbe prolungare questo periodo per tutto il 2006. Questo perchè ha scoperto che può occupare il suo tempo leggendo tutti i libri della sua fitta biblioteca (tra l'altro comodamente sdraiato a letto)...e quindi con un'attività altrettanto piacevole che la scrittura.
Con l'esperienza maturata potrebbe scrivere un romanzo senza nessun problema...ma aspetta qualcosa che venga dal cuore, che non sia meccanico...altrimenti i suoi lettori se ne accorgerebbero.

Beh, da questo apprendo una cosa: l'idea creativa non va sempre ricercata...a volte bisogna saper aspettare...ma soprattutto bisogna saper aspettare senza angoscia.

Ma c'è da dire un'altra cosa...lui se lo può anche permettere considerate tutte le copie di libri che ha venduto nel mondo...no? ;)

Gala

24 gennaio 2006

Urla...

Per tutto quello che tieni dentro...
Per tutto quello che non riesci a dire...
Per tutto quello che sei e non riesci a essere...
Per come ti senti e non vorresti sentirti...
Perchè sei stanco di vivere in una cassa di risonanza...
Perchè pensi troppo...
Perchè credi che pensare troppo faccia solo male...
Per le volte che un amico ti ha deluso...
Per le volte che un amore ti ha deluso...
Perchè idealizzare troppo una cosa porterà solo grande sofferenza quando ti deluderà...
Perchè sei troppo educato...
Perchè sei troppo insicuro...
Perchè hai seguito sempre i consigli degli altri...
Perchè ora vuoi fare di testa tua...
Perchè vuoi vivere e non accontentarti di esistere...
Perchè tutto deve avere un senso...
Perchè hai paura...
Perchè non ti accontenti di quello che hai...
Perchè ti senti legato...
Perchè vuoi essere libero...

Urla!


20 gennaio 2006

Sanpablog...

La Città di Torino (redazione web) sta organizzando un laboratorio territoriale a "cielo aperto" che assumerà la forma dell'Urban Blog di quartiere.

Uno strumento di "partecipazione" con il compito di promuovere il passato, il presente e il futuro di un quartiere "simbolo" della riconversione torinese. La sperimentazione coinvolge il quartiere San Paolo nella III circoscrizione.

Nell'ottica di aumentare la comuntà degli "autori" e degli "animatori" coinvolti in Sanpablog (questo è il nome del progetto) stiamo cercando blogger di SanPaolo e non interessati a partecipare, anche solo per la parte di promozione dell'iniziativa.

Per maggiori informazioni e per adesione all'iniziativa: sanpablog@csp.it"
Sanpablo(g) è già attivo e lo trovate qui > http://sanpablog.csp.it

16 gennaio 2006

Psichedelia

Tra il 1960 e il 1970 si è sviluppata, a partire dai grandi centri urbani americani come San Francisco, Los Angeles, New York, Chicago, per poi approdare a Londra ed anche in Giappone, una nuova grafica denominata pshichedelica.
Lo stile, molto ornamentale, presenta grandi similitudini con l'Art Nouveau, recupera anche un certo gusto orientale per la decorazione e guarda al mondo dei fumetti e dell'arte pop in genere.
I testi e le figure sono distorti, al limite della leggibilità e sembrano essere frutto di allucinazioni. Erano periodi di alterazione della percezione con la sperimentazione di droghe allucinogene e della nascita del fenomeno della musica rock più radicale con gruppi come Grateful Dead, Jefferson Airplane, Country Joe, Doors, Janis Joplin, Quicksilver, Miller Blues Band.
L'inevitabile legame con la musica rock ha portato l'arte psichedelica a produrre innanzitutto manifesti e locandine per gli innumerevoli concerti che si svolgevano in quel periodo e poi le copertine dei dischi dei gruppi emergenti.
Memorabili gli spettacoli, a metà strada tra concerto ed happening, che si svolgevano al Fillmore Auditorium e all'Avalon Ballroom.
Sul sito del collezionista americano
Paul Olsen è possibile ammirare oltre 230 poster dell'epoca e farsi cosi un'idea di quel tipo di grafica.
Molti dei disegnatori erano assolutamente dilettanti, col tempo alcuni di loro sono diventati dei quotati e richiesti graphic designer.

11 gennaio 2006

Torino 2006 - Look Olimpico

Abbiamo lamentato, in questi mesi, molte 'mancanze' riguardo ai prossimi giochi olimpici invernali di Torino. Ci siamo dispiaciuti che non fosse stato previsto almeno un grande manifesto d’immagine, come era successo per tutte le edizioni precedenti, che la fiaccola olimpica somigliasse pericolosamente ad una madonna pellegrina, su e giù per l’Italia con un look da mega-vibratore. Siamo inorriditi di fronte alla pochezza progettuale e al deficit di simpatia e appeal dei due orribili pupazzetti mascotte. Adesso, finalmente, possiamo compiacerci di qualcosa: il Look of the Games e il Look of the City, ci appaiono, finalmente, all’altezza della situazione: creativi, adeguati all’evento, superiori alle aspettative.

Il Look of the City, lo stile grafico e di immagine con cui la città si presenterà al mondo, è stato progettato da Italo Lupi, che si è avvalso della collaborazione di Ico Migliore e Mara Servetto. Già il nome dei progettisti è una garanzia. E infatti i grandi pannelli che animeranno la città (otto metri di altezza, rosso cinabro e nero, grafica essenziale, nessuna concessione al fotocolor né alla pubblicità) si collocano ben dentro la cultura del progetto di cui Lupi è maestro. Una sottolineatura di elementi della città che appare, dai progetti e dai rendering, imponente senza essere pacchiana o volgare. Gli elementi di segnaletica urbana (gli 'anemometri' e gli 'shangai' che punteggeranno la città) sono fortemente spettacolari e 'invadenti', pur restando all’interno comunque di un 'sistema' rigoroso ed elegante.

Alcune concessioni al colore, all’interno però anch’essi di una logica rigorosa (anche se rompe quasi completamente con gli schemi che, almeno dalle Olimpiadi di Monaco 72 hanno caratterizzato la pittogrammatica dei giochi olimpici), le fa invece il Look of the Games. Progettati da un pool coordinato da Andrea Varnier, i pittogrammi e le immagini sportive che costituiranno l’ossatura grafica dell’accadimento si muovono alla ricerca di un rapporto ideale tra città ed evento. Porzioni di tessuto urbano, astrazioni di architettura, frammenti di immagine affogati spudoratamente nel colore, diventano sport, tensione di muscoli, movimento. “Una finestra virtuale – dicono i progettisti – che introduce agli aspetti nascosti della città. La mescolanza dei colori dà vita a toni e sfumature ricchi e innovativi, che riflettono il paesaggio italiano”

Il numero 457 di Abitare, la rivista diretta da Italo Lupi che presenta i progetti, ci mostra anche molta dell’architettura dei Giochi. Alla rivista siamo grati delle informazioni. Soprattutto di non aver pubblicato nemmeno un’immagine dei due sciagurati pupazzetti mascotte di una Torino 2006 che non ci era piaciuta per niente.


da socialdesignzine.aiap.it

09 gennaio 2006

"Macabre" riflessioni?

Lo so...adesso qualcuno di voi mi prenderà in giro. Sto leggendo un libro di Raffaele Morelli dal titolo "Ciascuno è perfetto". Comunque in mezzo alle tante cose assolutamente opinabili ho trovato una citazione di Osho Rajneesh che mi ha colpito. Si parla della morte come il dolore più grande ma questo dipende da un modo sbagliato di guardare la vita:

"Di solito, si pensa che la morte arrivi al termine della vita, che la morte sia nemica della vita; non lo è; ma se la ritenete tale, significa che non siete riusciti a conoscere la vita. La morte e la vita sono due polarità della stessa energia, dello stesso fenomeno: l'alta e la bassa marea, il giorno e la notte, l'estate e l'inverno. Non sono opposte, non sono separate e neppure contrarie, bensì complementari. La morte non è la fine della vità: è il completamento di una esistenza, il "crescendo" di una vita, l'apice, il finale. Quando avrete conosciuto la vita e il suo processo, allora capirete cos'è la morte. La morte è parte integrante e organica della vita, e ne è profondamente amica. Senza la morte la vita non può esistere. La vita esiste grazie alla morte che ne crea lo sfondo. Difatti, la morte è un processo di rinnovamento e accade ogni istante."

Perchè mi ha colpito? In questo periodo mi sento un pò come Francesco, personaggio del libro "E' una vita che ti aspetto " di Fabio Volo, che ha paura di morire, che associa a qualunque microscopico dolore una malattia terribile, incurabile...terminale.
Beh, comunque sia ogni tanto ci penso alla morte e credo sia normale visto che, come detto sopra, fa parte dell' esistenza di ognuno di noi.

E voi...ci pensate? Che cosa vi spaventa...?
Gala


L'amore Conta [Ligabue - Nome e Cognome (2005)]

Io e te ne abbiam vista qualcuna - vissuta qualcuna
ed abbiamo capito per bene - il termine insieme
mentre il sole alle spalle pian piano ca giù
e quel sole vorresti non essere tu

e così hai ripreso a fumare - a darti da fare
è andata come doveva - come poteva
quante briciole restano dietro di noi
o brindiamo alla nostra o brindiamo a chi vuoi

l'amore conta
l'amore conta
conosci un altro modo
per fregar la morte?
nessuno dice mai se prima o poi
e forse qualche dio non ha finito con noi
l'amore conta

io e te ci siam tolti le voglie
ognuno i suoi sbagli
è un peccato per quelle promesse
oneste ma grosse
ci si sceglie per farselo un pò in compagnia
questo viaggio in cui non si ripassa dal via


l'amore conta - l'amore conta
e conta gli anni a chi non è mai stato pronto
nessuno dice mai che sia facile
e forse qualche dio non ha finito con te

grazie per il tempo pieno
grazie per la te più vera
grazie per i denti stretti
i difetti
per le botte d'allegria
per la nostra fantasia

l'amore conta
l'amore conta
conosci un altro modo per fregar la morte?
nessuno dice mai se prima o se poi
e forse qualche dio non ha finito con noi

l'amore conta
l'amore conta
per quanto tiri sai
che la coperta è corta
nessuno dice mai che sia facile
e forse qualche dio non ha finito con te
l'amore conta

04 gennaio 2006

Musica - Francesco Tricarico [2002]

La verità è che l’amore mi ha bruciato
quand’ero piccolo l’amore mi ha scottato
e me ne stavo seduto sul mio prato a guardare le stelle nel cielo
la verità è che l’amore mi ha bruciato
quand’ero piccolo l’amore mi ha scottato
E ora sono seduto sul mio prato a guardare una rosa che cresce

La verità è che io non ho amato
quand’ero piccolo io non ho amato
E ora starò da solo a guardare l’aria del mare senza più tornare
e fermerò il tempo e lo spazio e con lo sguardo attento guarderò lontano niente

Prima viene la pietra che non beve e non mangia
poi viene il cielo il cielo che non ha la forma
poi viene l’albero che non teme l’inverno
poi viene il sole il sole che mai si spegne
poi una luce ancora che sta su un muro in campagna
poi una coccinella che vola di fiore in fiore
e vorrei essere il sole che sta scaldando una ragazza
che prende il sole sulla spiaggia che è lucente e splendente

la verità è che la musica mi ha salvato
quand’ero piccolo la musica mi ha salvato
e me ne stavo seduto sul mio prato ad ascoltare il mangiadischi cantare
la verità è che la musica mi ha salvato
quand’ero piccolo la musica mi ha salvato
e ascoltavo mia madre parlare, mio fratello giocare e l’universo a girare
e me ne stavo da solo a sognare in ripostiglio a giocare con i soldatini a giocare

Concorso di Illustrazione "Torino Città Olimpica"

In vista dei XX Giochi Olimpici Invernali la Città di Torino, in collaborazione con l’Associazione Illustratori ha bandito un concorso internazionale per illustratori sul tema “Torino Città Olimpica”, all’interno delle iniziative per la celebrazione del 25° anniversario dell’Associazione (2005/2006). Il concorso si è rivolto ai migliori talenti dell’illustrazione mondiale, chiamati ad interpretare ed a valorizzare con la loro creatività e fantasia, il ruolo e l’identità della città protagonista dei Giochi di Torino 2006.
Il tema del concorso, a cui tutte le opere dovevano attenersi, era “Torino Città Olimpica” e doveva contenere in particolare elementi riguardanti:
- la città e gli ideali olimpici;
- la città e lo spirito olimpico;
- la città e lo sport olimpico;
- la città e gli sport su ghiaccio ;
- la città e la montagna .


Le opere dovevano essere realizzate in formato A3 verticale o orizzontale in qualunque tecnica: a colori o in bianco e nero, su carta, tela o cartoncino flessibile o rigido, realizzate a mano o con tecnica digitale.
La giuria è stata composta da Gianni De Conno (Illustratore), Paolo D’Altan (Illustratore), Italo Lupi (Architetto – Direttore della rivista Abitare), Elena Pasoli (Direttore della Fiera del libro per ragazzi di Bologna), Ferruccio Giromini (Critico e storico dell’immagine), Emilio Gargioni (Gallerista), Silvio Saffirio (Pubblicitario), Anna Martina (Direttore Comunicazione, Olimpiadi e Promozione della Città di Torino), Paolo Bellino (Dirigente TOROC).
La giuria è stata chiamata a valutare più di 200 lavori giunti da ogni parte del mondo. Sono stati messi in palio tre premi in denaro per le migliori opere: il primo premio di 5.000 Euro, il secondo di 3.000 Euro e il terzo di 2.000 Euro attribuiti rispettivamente a Stefano Morri (Italia) Alessandro Gottardo (Italia), Sara Colaone (Italia).
Sono state assegnate 5 menzioni speciali: Stefano Riboli (Italia), Stefano Fabbri (Italia), Megumi Karube (Giappone), Christian Borstlap (Paesi Bassi), David Von Bassewitz (Germania).
Infine sono state scelte 48 opere da esporre per la mostra che si terrà presso i padiglioni di
Atrium Torino a partire dal 16 dicembre.

Vedi la Gallery con le opere

03 gennaio 2006

E va beh...

Prodotto rivoluzionario per acchiappare i ragni. Un bastone lungo 65 cm può raggiungere qualsiasi distanza e delle speciali "dita" si chiudono per prendere il malcapitato. Il ragno non muore e così noi possiamo metterlo fuori e lasciarlo libero (di infestare il nostro vicino!)Costa poco (9.90 dollari), è ecologico (niente spray) e sembra pure divertente (si ma avete visto che bestia hanno preso per fare la foto? É abominevole!) :-D

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