Torino 2006 - Look Olimpico
Abbiamo lamentato, in questi mesi, molte 'mancanze' riguardo ai prossimi giochi olimpici invernali di Torino. Ci siamo dispiaciuti che non fosse stato previsto almeno un grande manifesto d’immagine, come era successo per tutte le edizioni precedenti, che la fiaccola olimpica somigliasse pericolosamente ad una madonna pellegrina, su e giù per l’Italia con un look da mega-vibratore. Siamo inorriditi di fronte alla pochezza progettuale e al deficit di simpatia e appeal dei due orribili pupazzetti mascotte. Adesso, finalmente, possiamo compiacerci di qualcosa: il Look of the Games e il Look of the City, ci appaiono, finalmente, all’altezza della situazione: creativi, adeguati all’evento, superiori alle aspettative.
Il Look of the City, lo stile grafico e di immagine con cui la città si presenterà al mondo, è stato progettato da Italo Lupi, che si è avvalso della collaborazione di Ico Migliore e Mara Servetto. Già il nome dei progettisti è una garanzia. E infatti i grandi pannelli che animeranno la città (otto metri di altezza, rosso cinabro e nero, grafica essenziale, nessuna concessione al fotocolor né alla pubblicità) si collocano ben dentro la cultura del progetto di cui Lupi è maestro. Una sottolineatura di elementi della città che appare, dai progetti e dai rendering, imponente senza essere pacchiana o volgare. Gli elementi di segnaletica urbana (gli 'anemometri' e gli 'shangai' che punteggeranno la città) sono fortemente spettacolari e 'invadenti', pur restando all’interno comunque di un 'sistema' rigoroso ed elegante.
Alcune concessioni al colore, all’interno però anch’essi di una logica rigorosa (anche se rompe quasi completamente con gli schemi che, almeno dalle Olimpiadi di Monaco 72 hanno caratterizzato la pittogrammatica dei giochi olimpici), le fa invece il Look of the Games. Progettati da un pool coordinato da Andrea Varnier, i pittogrammi e le immagini sportive che costituiranno l’ossatura grafica dell’accadimento si muovono alla ricerca di un rapporto ideale tra città ed evento. Porzioni di tessuto urbano, astrazioni di architettura, frammenti di immagine affogati spudoratamente nel colore, diventano sport, tensione di muscoli, movimento. “Una finestra virtuale – dicono i progettisti – che introduce agli aspetti nascosti della città. La mescolanza dei colori dà vita a toni e sfumature ricchi e innovativi, che riflettono il paesaggio italiano”
Il numero 457 di Abitare, la rivista diretta da Italo Lupi che presenta i progetti, ci mostra anche molta dell’architettura dei Giochi. Alla rivista siamo grati delle informazioni. Soprattutto di non aver pubblicato nemmeno un’immagine dei due sciagurati pupazzetti mascotte di una Torino 2006 che non ci era piaciuta per niente.
da socialdesignzine.aiap.it
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