"Macabre" riflessioni?
Lo so...adesso qualcuno di voi mi prenderà in giro. Sto leggendo un libro di Raffaele Morelli dal titolo "Ciascuno è perfetto". Comunque in mezzo alle tante cose assolutamente opinabili ho trovato una citazione di Osho Rajneesh che mi ha colpito. Si parla della morte come il dolore più grande ma questo dipende da un modo sbagliato di guardare la vita:
"Di solito, si pensa che la morte arrivi al termine della vita, che la morte sia nemica della vita; non lo è; ma se la ritenete tale, significa che non siete riusciti a conoscere la vita. La morte e la vita sono due polarità della stessa energia, dello stesso fenomeno: l'alta e la bassa marea, il giorno e la notte, l'estate e l'inverno. Non sono opposte, non sono separate e neppure contrarie, bensì complementari. La morte non è la fine della vità: è il completamento di una esistenza, il "crescendo" di una vita, l'apice, il finale. Quando avrete conosciuto la vita e il suo processo, allora capirete cos'è la morte. La morte è parte integrante e organica della vita, e ne è profondamente amica. Senza la morte la vita non può esistere. La vita esiste grazie alla morte che ne crea lo sfondo. Difatti, la morte è un processo di rinnovamento e accade ogni istante."
Perchè mi ha colpito? In questo periodo mi sento un pò come Francesco, personaggio del libro "E' una vita che ti aspetto " di Fabio Volo, che ha paura di morire, che associa a qualunque microscopico dolore una malattia terribile, incurabile...terminale.
Beh, comunque sia ogni tanto ci penso alla morte e credo sia normale visto che, come detto sopra, fa parte dell' esistenza di ognuno di noi.
E voi...ci pensate? Che cosa vi spaventa...?
Gala
"Di solito, si pensa che la morte arrivi al termine della vita, che la morte sia nemica della vita; non lo è; ma se la ritenete tale, significa che non siete riusciti a conoscere la vita. La morte e la vita sono due polarità della stessa energia, dello stesso fenomeno: l'alta e la bassa marea, il giorno e la notte, l'estate e l'inverno. Non sono opposte, non sono separate e neppure contrarie, bensì complementari. La morte non è la fine della vità: è il completamento di una esistenza, il "crescendo" di una vita, l'apice, il finale. Quando avrete conosciuto la vita e il suo processo, allora capirete cos'è la morte. La morte è parte integrante e organica della vita, e ne è profondamente amica. Senza la morte la vita non può esistere. La vita esiste grazie alla morte che ne crea lo sfondo. Difatti, la morte è un processo di rinnovamento e accade ogni istante."
Perchè mi ha colpito? In questo periodo mi sento un pò come Francesco, personaggio del libro "E' una vita che ti aspetto " di Fabio Volo, che ha paura di morire, che associa a qualunque microscopico dolore una malattia terribile, incurabile...terminale.
Beh, comunque sia ogni tanto ci penso alla morte e credo sia normale visto che, come detto sopra, fa parte dell' esistenza di ognuno di noi.
E voi...ci pensate? Che cosa vi spaventa...?
Gala
2 Comments:
Infatti...ma che c'entra? :)
09:58
Ehi Pallina guarda che avevo capito...ora hai rovinato la sorpresa...prrrrrrrrrrrrrrr...
:)
09:25
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