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01 febbraio 2007

E parla come mangi...

Le parole sono fatte, prima che per essere dette, per essere capite:
proprio per questo, diceva un filosofo,
gli dei ci hanno dato una lingua e due orecchie.
Chi non si fa capire viola la libertà di parola dei suoi ascoltatori.
È un maleducato, se parla in privato e da privato.
È qualcosa di peggio se è un giornalista, un insegnante,
un dipendente pubblico, un eletto dal popolo.
Chi è al servizio di un pubblico
ha il dovere costituzionale di farsi capire.
Tullio De Mauro (ex Ministro della Repubblica Italiana, ordinario di Linguistica generale presso l’Università “La Sapienza” di Roma e studioso di fama internazionale)

La perfezione è raggiunta non quando non c'è più niente da aggiungere, ma quando non c'è più niente da togliere.
Antoine de Saint-Exupery

Ho scritto questa lettera più lunga del solito perché non ho avuto tempo di farla più corta.
Blaise Pascal

Stufo...di chi utilizza parole complicate molto spesso incompresibili...e di chi orna i propri discorsi di troppi fronzoli e anglicismi con l'intento di darsi un tono, di apparire più professionale e preparato ma con l'unico risultato di non farsi capire da chi lo sta ascolando, segnalo molto volentieri la sezione "
LE COSE DA EVITARE PER UNA COMUNICAZIONE SCRITTA CHE FUNZIONA" di Carla Lattanzi con particolare attenzione al quinto paragrafo "L'aziendalese o corporatese: un altro nemico del buon italiano"...sono sicuro che leggendo alcune di quelle parole la faccia del vostro capo vi terrà compagnia.
Altra sezione molto utile la trovate invece sul Mestiere di Scrivere.
Se poi aveste proprio bisogno di "aiuto" su ZeroDelta - Glossario aziendale potrete fare luce su quei termini il cui significato ancora vi sfugge.

E infine...abbasso "proattivo" (agg. che in italiano non esiste) e viva "propositivo".

Gala

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