Siti internet, comunicazione, arte, design (Torino) Deside |Communication Provider|: dicembre 2005

28 dicembre 2005

Marketing della crudeltà

E’ una storia dall’incredibile sapore di cruel marketing, quella del piccolo Toby, un coniglietto che sta facendo il giro del mondo grazie al web.L'animale è stato ritrovato da James e Brian, due ragazzi americani, sotto il loro portico, bagnato fradicio, ferito, pare per l’attacco di un gatto.
I due hanno curato e guarito il coniglietto per mesi, fino a quando hanno messo di nuovo a repentaglio, in maniera intenzionale, la sua salute. Infatti hanno pensato di sfruttare commercialmente l’animale, facendo leva sulla sua storia, raccontata nei dettagli su Internet, e sull’impatto emotivo suscitato nel popolo della Rete.
Toby, come informano i padroni, morirà il 6 novembre 2006, il giorno del Ringraziamento: i due infatti vogliono mangiarlo, a meno che i visitatori del sito
Save Toby non si commuovano e versino una cifra simbolica per salvarlo o comprino uno dei numerosi pezzi del merchandising con tanto di logo del coniglio.
Ecco come uno dei due descrive le sue intenzioni “ Il 6 novembre Toby sfortunatamente morrà. Io lo mangerò, dopo averlo portato da un macellaio...ho molte ricette in considerazione”.Le ricette per cucinare Toby sono davvero molteplici, a queste viene addirittura dedicata una
sezione.
Ma- come si difende il ragazzo dopo un tale sfoggio di crudeltà- "Io non voglio mangiare Toby, lui è il mio amico, è stato un animale domestico adorabile. Nonostante questo, io lo divorerò a meno che io vendo 100.000 copie del mio libro, “Save Toby”. Tu puoi salvare questo coniglietto indifeso acquistando il libro on-line su Amazon.com o acquistando merce nel mio store on-line”.
E facendo un giro nello store, si posso acquistare i più diparati prodotti, dalle felpe alle tazze, dagli adesivi ai cappellini.Che sia solo un modo originale per lanciare una linea di abbigliamento? Chi si nasconde dietro questa operazione di marketing tanto abilmente studiata?Perché gli animalisti sembrano non aver fatto caso a tanta crudeltà... a pagamento? Domande finora senza risposta, intanto la storia di Toby continua…sul web!


da mymarketing.net

23 dicembre 2005

Natale 2005....

A tutti...un sincero augurio di Buone Feste...
Gabriele...

21 dicembre 2005

L'illecito programma di Berlusconi

Facciamo così. Collegatevi al sito web di Forza Italia, scaricate sul vostro computer il pdf di uno dei nuovi poster della campagna di Berlusconi e aprite la finestra "informazioni" (su Mac premete "mela-i") del file pdf appena scaricato e... sorpresa!

Ecco che sotto l'etichetta "creatore" appare il nome del programma QuarkXPress, con cui l'esecutivo della campagna è stato realizzato, seguito dalla lettera "[k]" che sta, notoriamente, ad indicare che il programma è stato abusivamente "crackato".
Sì, avete capito bene. La campagna di Forza Italia che va sotto il titolo di Operazione verità, è stata realizzata con software illegalmente duplicato e quindi senza averne acquisita la regolare licenza d'uso!

Solo tre giorni fa è stato dato grande rilievo all'operazione della Guardia di Finanza di Roma che ha sequestrato oltre 400 copie di programmi illegali in particolare software illecitamente duplicato, o utilizzato al di fuori dei legittimi contratti di licenza, nelle forme dell'underlicensing (duplicazione del programma, di cui si è acquistata la licenza, su più postazioni) o della masterizzazione abusiva o del download da Internet di programmi "crackati". "È preoccupante scoprire che l'illegalità è così capillarmente diffusa, non solo fra privati cittadini e piccoli venditori di strada abusivi – diceva in merito all'operazione il Colonnello della Guardia di Finanza di Roma Giuseppe Zafarana – ma anche fra imprenditori e solidi professionisti".

Certo lo stesso Colonnello non si aspetterà di trovare tra gli utilizzatori del software pirata, ed in maniera così platealmente scoperta, gli estensori della campagna dello stesso Presidente del Consiglio.
Una storia che assume contorni paradossali (se non ridicoli) pensando all'attività del Governo contro la duplicazione illegale del software e che ha portato anche ad imporre una iniqua gabella sui supporti vergini digitali e su cui aveva espresso dubbi addirittura la Business Software Alliance Italia (Bsa).

A proposito la Bsa, l'associazione che riunisce le maggiori aziende produttrici di software del mondo, e che ha come scopo (talvolta anche con metodi discutibili) proprio la tutela dalle copie illegali, non ha niente da dire sullo scivolone di Forza Italia?


da socialdesignzine.aiap.it

20 dicembre 2005

Attenti a Dio!

L'integralismo religioso è una piaga che purtroppo mostra una tendenza generalizzata ad estendersi ad ogni latitudine. Che si tratti di integralismo musulmano, puritano, induista o di Sacra Romana Chiesa è quasi un particolare di fronte al comune attacco alle conquiste civili del diritto alla diversità e della libertà di scelta.
Così l'artista australiana Deborah Kelly ha lanciato un vasto progetto di arte pubblica diffusa sotto il titolo di
Beware the God! (che gioca sull'assonanza del tradizionale Beware the dog!, Attenti al cane!). Il progetto ha disseminato di targhe, adesivi e scatolette di fiammiferi le strade di Sidney e, in più occasioni, ha lanciato il suo messaggio direttamente verso il cielo australiano. Un modo, talvolta ironico, di far riflettere e porre all'attenzione quotidiana temi talvolta "difficili".Beware the God è stato incluso nella biennale di arte contemporanea australiana, ma nelle intenzioni dell'artista il progetto vuole andare ben oltre. Beware the God ha lo scopo dichiarato di documentare approfonditamente l'impatto delle pressioni religiose sulla società e di costituirsi come punto di riferimento per l'informazione politica contro ogni pretesa confessionale.

socialdesignzine.aiap.it

14 dicembre 2005

Domani - OTTO OHM - Naif [2005]

Non dimenticare che non so mettere virgole,
che non so giocare a carte e odio i centri commerciali,
che non soffro l'ansia di risultare vigile,
e non ne ho bisogno per essere speciale...
per questo domani ti sposo.
Non dimenticare che son poche quelle cose vere
che rimangono a brillare mentre corri in strade buie
quando tutto sembra sbriciolarsi addosso e tu vai a fondo,
basterà il pensiero per farti volare...
per questo domani ti sposo, per questo domani ti sposo.
E vinceremo le vigliaccherie,
di un mondo che ci vuole sempre uguali,
vedrai sarà + facile dividere per due,
saremo forse gli unici.....domani.
Non dimenticare di cercare tra le nuvole,
quelle cose strane che ti fanno essere languida,
quella strana proprietà che mostri nel commuoverti
quando vedi un cane solo, in fondo ci somiglia un pò...
per questo domani ti sposo.
Non dimenticare che chi vuole tutto troppo spesso
è finito solo nel contare le sue briciole,
chi ha rincorso il sogno di diventare uomo
senza mai legarsi per paura di sbagliare ma.....
per questo domani ti sposo, per questo domani ti sposo.
E vinceremo le vigliaccherie,
di un mondo che ci vuole sempre uguali,
vedrai sarà più facile dividere per due,
saremo forse gli unici domani.
Ed entrerà la luce in questa casa,
ci sembrerà più magico il destino
anche se non c'è niente da scoprire troverai
un motivo in più per esserci....domani
....domani....domani...domani....

Il sesso e la tipografia

Si è aperta al Design Museum di Londra, e sarà aperta fino al 26 febbraio 2006, una retrospettiva dell'opera grafica di Robert Brownjohn (1925-1970), uno dei più innovativi grafici degli anni '50 e '60.

La figura di Brownjohn non è molto nota, soprattutto da noi in Italia, ma ha rappresentato un punto di riferimento influente per il design prima a New York e poi a Londra.
Allievo di Moholy-Nagy a Chicago, Brownjohn incarnò lo spirito di ricerca audace degli anni Sessanta che univa la cultura popolare con la creatività tipografica e fotografica.
Trasferitosi nel 1950 a New York, Brownjohn iniziò la sua partnership con Ivan Chermayeff. La sua vita fu, per certi versi, lo specchio della continua sperimentazione professionale. "La vita e il lavoro erano per lui una sola cosa" – racconta Emily King nella monografia Robert Brownjohn: Sex and Typographyche accompagna la mostra e, non casualmente, divisa in due parti Life e Work.
Amico di personaggi quali Miles Davis, Charlie Parker e Andy Warhol, ben presto iniziò ad avere problemi legati al consumo di droga e per questo motivo finì con il trasferirsi nella più tollerante Londra.
Fu qui a Londra che realizzò alcuni delle sue più note realizzazioni per i titoli dei film della serie di James Bond, Dalla Russia con amore e Goldfinger, in cui le nudità femminili erano lo schermo su cui proiettare le sue composizioni tipografiche.
Brownjohn morì prematuramente a soli 45 anni per le conseguenze legate all'abuso di droghe. Il suo ultimo lavoro fu un poster-rebus pacifista.


da SocialDesignZine.aiap.it

13 dicembre 2005

Trabant

L'auto del popolo della Germania dell'Est (come la Volkswagen nel periodo del Terzo Reich), prodotta dall'unica casa automobilistica della ex DDR (Repubblica Democratica Tedesca) a partire dagli anni '50 e sino alla caduta del muro.
L'economica carrozzeria, interamente realizzate in "Duroplast", un materiale plastico rinforzato con fibra di vetro, lana e cotone, evitava di utilizzare il più costoso acciaio. Nonostante questo sua evidente fragilità, ha superato i crash-test a dispetto della più "blasonata" Mercedes Classe A. Un grave problema però è rappresentato dal fatto che il "Duroplast" non è riciclabile e quindi di difficile smaltimento.

La Trabant veniva prodotta in due modelli: berlina e giardinetta (station wagon!!!) con prestazioni modeste e alto tasso di inquinamento, ma era comunque funzionale ed era l'unica alternativa ai problemi di mobilità del popolo tedesco tanto da essere chiamata "vettura del popolo".

Per oltre quarant'anni è stata l'auto simbolo del comunismo e ha avuto una larghissima diffusione in tutti i paesi dell'Est europeo.

Con la riunificazione della Germania la fabbrica è stata costretta a chiudere perchè inadeguata a competere con la concorrenza.

Rimane famosa la fotografia della Trabant o "Trabi", come affettuosamente viene definita, che varca il muro di Berlino il giorno della caduta. Altra icona importante, realizzata dai graffitisti berlinesi, è quella della Trabant che sfonda il muro.

Attorno alla Trabant si è costruito un "mito", molti artisti l'hanno utilizzata, come ad esempio gli U2 nella scenografia in un loro Tour mondiale del 1992.

La Trabant è diventata un oggetto di culto e sono innumerevoli nel Web i siti che si occupano di quella che, secondo una definizione molto appropriata, è stata definita "vettura giocattolo".

È possibile trovare di tutto: siti dedicati, forum specializzati, spettacoli teatrali, video-games, t-shirt e gadget, barzellette, è stato anche creato un font, ad opera di Philip Hostettler, che richiama il carattere del logo.

Per una storia della Trabant e di tutte le autovetture dell'Est esiste il documentatissimo sito Autosoviet curato da Michele Cuoccio.

Oggi è molto utilizzata come "cartellone pubblicitario" nelle strade dell'Europa dell'est in sostituzione delle più chiassose insegne al neon.

Nonostante il monopolio assoluto nell'industria automobilistica, la fabbrica della Trabant di Zwickau (oggi sede di un museo), ha sempre curato la promozione del prodotto attraverso pagine pubblicitarie, campagne per il lancio di nuovi modelli e soprattutto con folder e manuali tecnici.

da Yo-Yoll.net

02 dicembre 2005

Le parole...

Le parole sono fatte, prima che per essere dette, per essere capite:
proprio per questo, diceva un filosofo,
gli dei ci hanno dato una lingua e due orecchie.
Chi non si fa capire viola la libertà di parola dei suoi ascoltatori.
È un maleducato, se parla in privato e da privato.
È qualcosa di peggio se è un giornalista, un insegnante,
un dipendente pubblico, un eletto dal popolo.
Chi è al servizio di un pubblico
ha il dovere costituzionale di farsi capire.


Tullio de Mauro
da DueParole.it

Lo sapevate che...

Nel 1830 il venticinquenne John Rich costruisce il suo primo lanificio in Pennsylvania. Dopo cinque anni lo trasferisce dando vita al paese che ancora oggi ne è la sede e porta il suo nome: Woolrich. Proprio quest’anno (2005) l’azienda, che si posiziona tra i più importanti produttori americani di indumenti outdoor, festeggia il suo 175° Anniversario.

da BranForum.it

Nella mia stanza (Negramaro)

Nella mia stanza
per altre vie
da te ritornerei
nella mia stanza
da parte a parte
il cielo legherei
alle mie dita
e crolli il mondo
su di me

nella mia stanza
altro che mie
le ore in cui non sei (nella mia stanza)
nella mia stanza
di carta e inchiostro
il tempo vestirei
con le mie dita
e crolli il mondo
su di me

se stringi
tra le mani
la mia voce
ti accorgi che
tu non sentirai distanza
è tanto...

troppo tempo
che vorrei
poterti dire che
io... io non sento la distanza
io non sento la distanza
nella mia stanza
io non sento la distanza
nella mia stanza...

(se stringi
tra le mani
la mia voce
ti accorgi che
tu non sentirai distanza
è tanto...
troppo tempo
che vorrei
poterti dire che
io... io non sento la distanza)