Ti voglio vivo!

Così commentavamo, quasi due anni fa, una precedente campagna del Comune di Firenze per la prevenzione degli incidenti stradali.
Erano i volti dei familiari delle giovani vittime, i loro amici, i compagni di scuola. "Era mio figlio", "Era mio fratello", "Erano miei amici". Una campagna non bellissima graficamente ma certamente forte, emozionante, efficace.
Questa volta, e già dalla scorsa stagione, si è scelta la via del ricorso al testimonial e i volti che compaiono negli stendardi e che dicono di "volerci vivi" sono quelli di Carlo Conti e Piero Pelù. Naturalmente, nel passaggio alla star televisiva o canora, la campagna ha rinunciato a ogni originalità (i personaggi noti e la pubblicità, di ogni tipo, sono quasi un 'luogo comune'!), ma soprattutto a ogni emozione. Se negli anni passati i grandi manifesti ci inducevano alla riflessione, attraverso quella che sapevamo essere un'esperienza dolorosa di vita reale, gli stendardi di oggi ci appaiono soltanto, come dire, 'di maniera'. Adesso sappiamo nome e cognome e opere del volto che ci ammonisce dallo stendardo, lo vediamo spesso, magari ci è anche simpatico, ma questo, ovviamente, non ci basta. L'autenticità del dolore reale, e quindi il carattere fortemente emblematico di quegli affissi, se ne è andato.
da Sdz
Etichette: adv, communication, print
0 Comments:
Posta un commento
<< Home