Siti internet, comunicazione, arte, design (Torino) Deside |Communication Provider|: febbraio 2007

26 febbraio 2007

Il nuovo marchio dell'Italia proprio non piace!

Il nuovo marchio per la promozione turistica dell'Italia proprio non piace.

La presentazione al pubblico del nuovo marchio di promozione turistica dell'Italia "It" ha suscitato nell'intera comunit nazionale dei professionisti della comunicazione visiva una grande delusione e un profondo malcontento.

La stessa associazione che riunisce i grafici italiani (Aiap) si fatta portatrice di questa generale insoddisfazione promuovendo una
petizione, indirizzata alla Presidenza del Consiglio, che ha raccolto in poche ore, e sta ancora raccogliendo, oltre 1.000 firme di grafici, designer, insegnanti, architetti, artisti, espressione di una significativa percentuale del mondo della comunicazione.

Ci che viene messo in discussione non soltanto il risultato formale ma il procedimento con il quale si e giunti a questo risultato attraverso un concorso al di sotto degli standard minimi che sarebbero necessari: selezione dei partecipanti in base al fatturato, mancanza di anonimato, inadeguatezza della giuria, tempi insufficienti.

Ritenendo il progetto "It" non adeguato alla qualità del progetto grafico italiano, l'Aiap, SocialDesignZine, Progetto Grafico, Ministero della Grafica, chiedono alla Presidenza del Consiglio, attraverso la petizione "Not IT my name", di ripensare l'intera iniziativa.

Comunicato stampa:

Aiap, Associazione Italiana Progettazione Comunicazione Visiva

SocialDesignZine

Progetto Grafico

Ministero della grafica

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Comunicazione violenta

Annunci forti sono spesso non graditi, ma i comunicati che usano anche volgarità lessicali sono definitivamente sempre banditi. Così è anche per questa pagina, realizzata dalla Agenzia Exit3 e che Greenpeace sponsorizza ma non appoggia (ufficiosamente per mancanza di tempo per la sua approvazione prima della sua pubblicazione in occasione del Giorno della Terra). Ma Internet serve anche a questo: anche se non approvata, ecco che viaggia in rete, viene vista e, pur essendo forte, colpisce nel segno.

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23 febbraio 2007

Saturno contro

Esce oggi "Saturno Contro" il nuovo film di Ferzan Ozpetek. Medusa Film con Saatchi
& Saatchi si sono unite per creare un manifesto che ben lo rappresenti nella campagna
di lancio. L'indole istintiva e multiculturale di Ozpetek, il cast sorprendente ed eterogeneo di attrici e attori (Margherita Buy, Isabella Ferrari, Serra Yilmaz e Ambra Angiolini, Stefano Accorsi , Pierfrancesco Favino, Luca Argentero)hanno
ispirato il visual. I primi piani degli attori sono sistemati in cornici sfalsate
tra loro, adagiate su uno sfondo rosso arricchito dalle ombre dei volti degli stessi attori. I loro sguardi si incrociano e cercano lo spettatore, per ricordare come questo film sia un viaggio all'interno del mutevole animo umano alla ricerca di un identità, mai predefinita. Il logotitolo Saturno Contro si scaglia limpido sul rosso del visual.


Credits:
Art Director: Maurizio Minerva
Creativ e Supervisor: Alessandra Torri
Direzione Creativa:Luca Albanese, Francesco Taddeucci

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Il ruolo del grafico...

“E qui arriviamo un po' al nocciolo del problema. Il ruolo del graphic designer ha subito, negli ultimi venti anni, una lenta e inesorabile erosione. Quel ruolo che si definiva, fino al principio degli anni '80, di "grafico redattore", un grafico che sedeva a fianco degli amministratori pubblici a definire, non l'immagine, ma il progetto di comunicazione nel suo insieme, è stato via via occupato da consulenti, manager e commissioni. Il risultato è l'esautoramento del designer dalla scena strategica, una figura chiamata, quando va bene, a mettere in bella copia ciò che è già stato deciso da altri."

da
SDZ

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16 febbraio 2007

Spaccacuore

Spengo la TV
e la farfalla appesa cade giù
ah, succede anche a me
è uno dei miei limiti.
Io per un niente vado giù
se ci penso mi da i brividi.
Me lo dicevi anche tu
dicevi tu ...
Ti ho mandata via.
Sento l'odore della città
non faccio niente, resto chiuso qua.
Ecco un altro dei miei limiti.
Io non sapevo dirti che
solo a pensarti mi da i brividi
anche a uno stronzo come me
come me ...
Ma non pensarmi più,
ti ho detto di mirare
L'AMORE SPACCA IL CUORE.
Spara! Spara! Spara, Amore!
Tu non pensarci più,
che cosa vuoi aspettare?
L'AMORE SPACCA IL CUORE.
Spara! Spara! Spara, dritto qui ...
So chi sono io
anche se non ho letto Freud.
So come sono fatto io
ma non riesco a sciogliermi
ed è per questo che son qui
e tu lontana dei chilometri
che dormirai con chi sa chi
adesso lì ...
Ma non pensarmi più,
ti ho detto di mirare
L'AMORE SPACCA IL CUORE.
Spara! Spara! Spara, Amore!
Ma non pensarmi più,
che cosa vuoi aspettare?
L'AMORE SPACCA IL CUORE.
Spara! Spara! Spara, dritto qui...


Samuele Bersani

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Ti voglio vivo!

"Volti normali di gente normale, come noi e voi. Sono il nostro vicino di casa, il ragazzo che incontriamo in strada, la signora che abbiamo visto al supermercato. Parte della nostra comunità, senza retorica, composti nel loro dolore, che diventa appunto dolore e monito collettivo. Proprio perché parte del nostro vissuto, li 'riconosciamo' e li sentiamo vicini."

Così commentavamo, quasi due anni fa, una precedente campagna del Comune di Firenze per la prevenzione degli incidenti stradali.
Erano i volti dei familiari delle giovani vittime, i loro amici, i compagni di scuola. "Era mio figlio", "Era mio fratello", "Erano miei amici". Una campagna non bellissima graficamente ma certamente forte, emozionante, efficace.

Questa volta, e già dalla scorsa stagione, si è scelta la via del ricorso al testimonial e i volti che compaiono negli stendardi e che dicono di "volerci vivi" sono quelli di Carlo Conti e Piero Pelù. Naturalmente, nel passaggio alla star televisiva o canora, la campagna ha rinunciato a ogni originalità (i personaggi noti e la pubblicità, di ogni tipo, sono quasi un 'luogo comune'!), ma soprattutto a ogni emozione. Se negli anni passati i grandi manifesti ci inducevano alla riflessione, attraverso quella che sapevamo essere un'esperienza dolorosa di vita reale, gli stendardi di oggi ci appaiono soltanto, come dire, 'di maniera'. Adesso sappiamo nome e cognome e opere del volto che ci ammonisce dallo stendardo, lo vediamo spesso, magari ci è anche simpatico, ma questo, ovviamente, non ci basta. L'autenticità del dolore reale, e quindi il carattere fortemente emblematico di quegli affissi, se ne è andato.


da Sdz

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06 febbraio 2007

La voce a te dovuta

Che allegria, vivere
e sentirsi vissuto.
Arrendersi
alla grande certezza, oscuramente,
che un altro essere, fuori di me, molto lontano
mi sta vivendo.
Che quando gli specchi, le spie,
mercurio, anime brevi, confermano
che sono qui, io, immobile,
serrati gli occhi e le labbra,
chiuso all'amore
della luce, del fiore e dei nomi,
la verità transvisibile è che cammino
senza i miei passi, con altri,
là lontano, e lì
sto baciando fiori, luci, parlo.
Che esiste un altro essere con cui io guardo il mondo
perchè sta amandomi con i suoi occhi.
Che esiste un'altra voce con cui io dico cose
non sospettate dal mio gran silenzio;
ed è che anche mi ama con la sua voce.
La via - che slancio ora! -, ignoranza
degli atti miei, che lei compie,
in cui lei vive, duplice, sua e mia.
E quando lei mi parlerà
di un cielo scuro, di un paesaggio bianco,
ricorderò
stelle che non ho visto, che lei guardava,
e neve che nevicava nel suo cielo.
Con la strana delizia di ricordare
di aver toccato ciò che non toccai
se non con quelle mani
che non raggiungo con le mie, tanto distanti.

Pedro Salinas

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01 febbraio 2007

E parla come mangi...

Le parole sono fatte, prima che per essere dette, per essere capite:
proprio per questo, diceva un filosofo,
gli dei ci hanno dato una lingua e due orecchie.
Chi non si fa capire viola la libertà di parola dei suoi ascoltatori.
È un maleducato, se parla in privato e da privato.
È qualcosa di peggio se è un giornalista, un insegnante,
un dipendente pubblico, un eletto dal popolo.
Chi è al servizio di un pubblico
ha il dovere costituzionale di farsi capire.
Tullio De Mauro (ex Ministro della Repubblica Italiana, ordinario di Linguistica generale presso l’Università “La Sapienza” di Roma e studioso di fama internazionale)

La perfezione è raggiunta non quando non c'è più niente da aggiungere, ma quando non c'è più niente da togliere.
Antoine de Saint-Exupery

Ho scritto questa lettera più lunga del solito perché non ho avuto tempo di farla più corta.
Blaise Pascal

Stufo...di chi utilizza parole complicate molto spesso incompresibili...e di chi orna i propri discorsi di troppi fronzoli e anglicismi con l'intento di darsi un tono, di apparire più professionale e preparato ma con l'unico risultato di non farsi capire da chi lo sta ascolando, segnalo molto volentieri la sezione "
LE COSE DA EVITARE PER UNA COMUNICAZIONE SCRITTA CHE FUNZIONA" di Carla Lattanzi con particolare attenzione al quinto paragrafo "L'aziendalese o corporatese: un altro nemico del buon italiano"...sono sicuro che leggendo alcune di quelle parole la faccia del vostro capo vi terrà compagnia.
Altra sezione molto utile la trovate invece sul Mestiere di Scrivere.
Se poi aveste proprio bisogno di "aiuto" su ZeroDelta - Glossario aziendale potrete fare luce su quei termini il cui significato ancora vi sfugge.

E infine...abbasso "proattivo" (agg. che in italiano non esiste) e viva "propositivo".

Gala

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