Siti internet, comunicazione, arte, design (Torino) Deside |Communication Provider|: Le copertine dei magazine per quarant'anni di storia

19 ottobre 2005

Le copertine dei magazine per quarant'anni di storia

Sono state selezionate dall'Associazione degli editori americani Dal Vietnam a Demi Moore incinta, dall'allunaggio all'11 settembre

"LA REALTA' spuntata della guerra in Vietnam" titolava la copertina di Life del 26 novembre del 1965. Foto: un vietcong con due enormi cerotti adesivi sul volto a coprirgli occhi e bocca. Mentre sulla copertina di Vanity Fair dell'agosto 1991 c'era il pancione di Demi Moore incinta: quando apparve nelle edicole americane la rivista suscitò un tale scandalo da essere immediatamente ritirata in molti stati per essere distribuita dentro buste opache. Queste sono solo due delle copertine selezionate dall'Asme, l'Associazione degli editori americani (http://www.magazine.org/editorial/13730. cfm), per rappresentare quarant'anni di storia americana anticipando, scioccando, e cercando di stimolare le riflessioni del pubblico dei lettori per "portare a termine", come si legge tra le motivazioni della scelta, "la loro missione editoriale".

Ed ecco Muhammad Ali novello San Sebastiano su Esquire del '68. Il campione aveva rifiutato la leva dichiarando: "Perché dovrei sparare a gente lontana per conto di un governo che tratta i negri di Lousville come fossero dei cani?". Aveva rischiato il carcere, aveva perso il titolo di campione del mondo ed era rimasto inattivo per 43 mesi.

Ancora Life con il primo uomo sulla Luna in un'edizione speciale del 1969, o la frase lapidaria che campeggia solitaria su un numero di Time del '66 ripetendo lo stesso interrogativo che si pose Nietzesche nel 1882: "Dio è morto"?.

Nera, anzi un grigio seppia scurissimo, è la copertina del New Yorker del 24 settembre del 2001: sullo sfondo le sagome, nere questa volta, delle due Twin Towers, forse le loro ombre.

E nera è anche la ragazza seduta su una seggiola con un coniglietto bianchissimo come schienale: era il 1971, lei la prima playmate afroamericana sulla copertina di Playboy, mentre Cindy Crawford vestita da George Washington inaugura il primo numero di George, la rivista fondata, diretta e pubblicata dallo scomparso John John Kennedy che evidentemente non mancava di autoironia.

Insomma una panoramica dei fatti più significativi degli ultimi 40 visti attraverso le copertine più belle. Ovvero la difficilissima arte di informare attraverso le immagini.


Gaia Giuliani (La Repubblica)